“Ama il prossimo tuo come te stesso”

Cosa succede però se non riusciamo ad amarci o, anzi peggio, pensiamo di non meritare amore? La capacità di amare sé stessi viene data per scontata, ma non dovrebbe esserlo. In un mondo in cui domina l’esigenza di stare in coppia, di sentirsi parte di un’uniformità culturale che ci vuole in due e felici, come s’inserisce il diritto di amare e rispettare sé stessi?

Amare sé stessi ha molto a che fare con il concetto di autostima, ovvero, con il valore che ci attribuiamo come persona; si definisce come il rapporto tra il nostro sé percepito ed il nostro sé ideale. Maggiore, perciò, è la discrepanza fra il “come siamo” e il “come vorremmo essere” tanto minore è il valore che attribuiamo a noi stessi.

Una bassa autostima mette in seria difficoltà il compito di amare sé stessi. Se si focalizza l’attenzione solo sui difetti si cristallizza una visione negativa che porta facilmente a trascurare l’importanza di amare sé stessi e di avere cura di sé.

Da tempo immemore viviamo alla ricerca dell’anima gemella, Platone, nel Simposio, rielabora il mito greco degli ermafroditi, secondo cui all’origine dei tempi gli esseri umani non erano suddivisi per genere e ciascuno aveva quattro braccia, quattro gambe e due teste. Col tempo gli ermafroditi cominciarono ad essere insolenti nei confronti degli dei e questi, per punizione, li separarono in due parti con un fulmine, creando da ogni essere umano primordiale un uomo e una donna. Da allora ogni essere umano continua a ritrovare la propria iniziale completezza cercando la propria metà perduta. Ancora oggi viviamo all’ombra di questo mito che ci spinge a cercare nell’altro quello che ci manca. La solitudine spaventa, siamo animali sociali che cercano di affrontare l’esistenza con qualcuno a fianco. E va benissimo voler vivere l’amore!!! Ma cosa succede se cerco nell’altro qualcuno che colmi le mie lacune? Vivrò nell’insoddisfazione costante, nessuno riuscirà mai a colmarle!

La verità è che nessuno ci hai mai insegnato che devo prima saper amare me stesso per riuscire ad amare! 

Quando, infatti, una persona che non riesce ad amare sé stesso instaura una relazione affettiva con un’altra persona s’immette automaticamente in un campo minato. Questa situazione genera il perpetrarsi nella relazione di alcune “trappole”.

  • La trappola della Sottomissione: “Non merito il tuo amore”.  Situazione tipicamente vissuta da persone con bassa autostima e convinte di non meritare rispetto ed amore. Queste persone vedranno nel partner la “perfezione” ed in sé stesse solo difetti. Il rischio è quello che trovino nel loro cammino di ricerca un partner dominante, con scarso rispetto per la loro bassa autostima; in queste relazioni trovano terreno fertile soprusi e maltrattamenti in una dimensione si forte dipendenza affettiva.
  • La trappola della Delega: “Amami tu perché io sono incapace”. Anche in questo caso s’instaura una relazione fortemente in disequilibrio, in quanto può accadere che la persona ami il partner solo in funzione di quell’amore che sente di ricevere (ti amo perché mi ami) perdendo così l’autenticità di una relazione matura e affidando il destino della coppia alla vulnerabilità delle prime fase dell’innamoramento.
  • La trappola del buco nero“Nessuno mi ama quanto vorrei”. La difficoltà ad amare sé stessi genera una sorta di “fame d’amore” che difficilmente riesce però a saziarsi. La persona, quindi, può vivere relazioni intense, ma sentirsi sempre insoddisfatta, come se ci fosse un “buco nero” che assorbe tutto l’affetto.

Come posso evitare di cadere in queste “trappole”? Erich Fromm ci dice che l’amore maturo è una unione che mantiene intera l’identità dei due partner: il “Vero Amore” fa sì che due esseri diventino “uno” rimanendo “due”. Quindi, si realizza quella magia dell’IO che insieme a TE creiamo un NOI.

Questo significa che all’interno di una relazione sana non c’è fusione tra i due partner, ma sono due persone che restano tali. I partners devono coltivare la relazione con l’altro nello stesso modo in cui curano quella con sé stessi.

Allora, se troviamo difficile curare noi stessi, amarci, proteggerci, rispettarci come potremo farlo con un’altra persona o pretendere che lo faccia un’altra persona?

Per realizzare e costruire il “Vero Amore” in una relazione dobbiamo prenderci l’impegno di costruirlo e coltivarlo prima per noi stessi!

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